scuola

mercoledì 26 febbraio 2014

Relazione bilancio 2014



Bilancio 2014



Foto a Scuola

Sulla questione si è pronunciato al di là di ogni dubbio l'Autorità Garante per la protezione dei dati personali con un comunicato specifico a firma congiunta Rodotà , Santaniello, Rasi e Paissan.
Si può trovare il testo integrale sul sito del Garante.

http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/476650

Si tratta del Comunicato Stampa del 17 dicembre 2003, dove si chiarisce oltre modo che l'uso di videocamere e macchine fotografiche per documentare eventi scolastici e conservare ricordi dei propri figli non ha nulla a che vedere con le norme sulla privacy. Si tratta di immagini non destinate a diffusione bensì ad un ambito familiare o amicale: il loro uso è del tutto legittimo.

Sullo stesso sito il dott. Butticchi, segretario generale del garante, si pronuncia specificamente sulle foto ricordo di classe, chiarendo che non solo la pratica è del tutto lecita, ma che non c'è nessun obbligo di consenso informato, proprio perché la questione non ha nulla a che vedere con le norme sulla privacy, che interverrebbero qualora le fotografie fossero diffuse su mezzi di comunicazione di massa.
Un fotografo professionista è legittimato alla conservazione dei negativi senza altro obbligo delle norme sulla protezione del diritto d'autore.

Il Comunicato Stampa 17 dicembre 2003 del Garante per la protezione dei dati personali si può leggere a questo indirizzo http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/470850.

venerdì 21 febbraio 2014

Contributo Scolastico: tra volontarietà, detrazione e vincolo

Dopo le iscrizioni e l’approvazione del programma annuale torna all'attenzione della cronaca il "contributo scolastico", richiesto ordinariamente alla domanda di iscrizione.
Poiché il messaggio che prevalentemente passa alle famiglie è quello di un importo dovuto, la prima questione da affrontare è quella relativa alla sua volontarietà.
Sul sito del Ministero alla voce Contributo scolastico è precisato in primo luogo che "I contributi scolastici sono deliberati dai Consigli di Istituto".
Secondo taluni la delibera costituirebbe una fonte di obbligo che li renderebbe per l’effetto vincolanti. Dubbio rafforzato dalla circostanza che l’articolo 143 comma 2 del D.L.vo 297/94, che stabiliva per la scuola "elementare" che "non si possono imporre tasse o richiedere contributi di qualsiasi genere", è stato esplicitamente abrogato dall’art. 17 del DPR 275/99. Tuttavia, né tra le competenze individuate dall’art. 10 del D.L.vo 297/94  né tra le attività negoziali disciplinate dal più recente art. 33 DI 44/01 è prevista per il consiglio tale facoltà impositiva.
Pertanto se ne desume che il ministero dichiara riguardo al contributo volontario, "In ragione dei principi di obbligatorietà’ e di gratuità, non è consentito richiedere alle famiglie contributi obbligatori di qualsiasi genere o natura per l'espletamento delle attività’ curriculari e di quelle connesse all'assolvimento dell'obbligo scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro), fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es: assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, libretto delle assenze, gite scolastiche, etc.)".
Eventuali contributi per l’arricchimento dell’offerta culturale e formativa degli alunni possono dunque essere versati dalle famiglie solo ed esclusivamente su base volontaria.

Sebbene quanto espresso andrebbe integrato, giacché non risolve pienamente la questione nella fase successiva all'obbligo, per la quale valgono le considerazioni sopra espresse, ne consegue che non è "illegittimo" che le scuole richiedano un contributo, ma lo è ove lo pretendano obbligatoriamente, magari persino subordinando l’iscrizione, l’esame o altra prestazione al versamento dello stesso, e che non è corretto destinarlo alle ordinarie spese di funzionamento. 

Il contributo deve essere inteso come una partecipazione economica delle famiglie per il raggiungimento di un risultato comune, che perciò stesso dovrebbe essere condiviso, finalizzato all’arricchimento dell’offerta e non al funzionamento ordinario come invece prevalentemente accade a seguito dei tagli.

Con l’autonomia ed il riconoscimento della personalità giuridica alle istituzioni scolastiche, sono stati previsti altri mezzi per reperire ulteriori risorse attraverso forme di autofinanziamento come ad esempio l’alienazione di beni e fornitura di servizi prodotti dall'istituzione scolastica e contratti di sponsorizzazione (artt. 28 e 41 DI 44/01), ma sicuramente il ricorso ai genitori appare una via più facile.

È un dato evidente e storico che il contributo volontario non sia stato introdotto dalla L 40/07, la quale all'art. 13 ne ha semplicemente prevista la possibilità di detrazione (per le persone fisiche) ovvero di deduzione (per le persone giuridiche) alle condizioni previste. Nel primo caso si sottrae l’importo dall'imposta lorda per determinare l’imposta netta dovuta. La deduzione invece è un’agevolazione che opera sul reddito imponibile.
Tali erogazioni "liberali", cioè volontarie, ai fini della detraibilità e/o deducibilità devono essere effettuate "tramite banca o ufficio postale" o nelle altre modalità indicate, riportando nella causale che esse sono vincolate ad uno o più dei seguenti fini: 

a) innovazione tecnologica;   b) edilizia scolastica;   c) ampliamento dell’offerta formativa.

L’Agenzia delle entrate ha dedicato un approfondimento proprio alle erogazioni liberali spiegando che "sono detraibili dall'imposta sul reddito, nella misura del 19%, le erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, finalizzate all'innovazione tecnologica, all'edilizia scolastica e all'ampliamento dell'offerta formativa. La detrazione spetta a condizione che il versamento di tali erogazioni sia eseguito tramite banca o ufficio postale ovvero mediante carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari ovvero mediante altri sistemi di pagamento".

Quindi, dal momento che le richieste che la scuola rivolge alle famiglie non possono né debbono essere coercitive, occorre che le stesse siano altresì trasparenti – in ottemperanza ad un preciso obbligo normativo - e cioè che la scuola informi sulla volontarietà e sulla detraibilità/deducibilità. Inoltre l’utilizzo di tali importi deve essere condiviso nelle finalità e rendicontato, specificando, alla fine di ogni esercizio finanziario, le spese coperte.

Ma in assenza di un vincolo e di una progettazione condivisa è la scuola di fatto a stabilire come spendere le risorse. I contributi volontari sono destinati quindi per lo più in primo luogo al funzionamento amministrativo e didattico, in particolare per l’acquisto di materiale di pulizia e di cancelleria, a discapito dell’ampliamento dell’offerta formativa e del miglioramento delle prestazioni. 

Vi influisce anche certamente la mancanza di preparazione adeguata dei genitori eletti in consiglio di istituto che non sempre hanno competenza, ma anche l’opportunità pratica, per leggere e comprendere i documenti contabili. In particolare, come si è detto, insieme alla chiarezza nell'informazione relativa alla volontarietà ed alla possibilità di detrazione due elementi essenziali sono la finalizzazione degli introiti e la rendicontazione delle spese.


Chi ha approvato il programma annuale avrà notato che l’aggregato di entrata A05 relativo ai contributi di privati si divide in: Famiglie vincolati/ non vincolati.

Il contributo volontario non finalizzato finisce nel capitolo "non vincolati". 

Vincolate sono invece chiaramente le somme specificamente versate in occasione delle visite guidate e viaggi di istruzione, per i quali i genitori effettuano un versamento finalizzato con espressa indicazione in causale del viaggio e che versano alle rappresentanti di classe o alle insegnanti, le quali effettuano il versamento prima di effettuare la gita.

Quindi, se ne desume, che nella delibera del consiglio, anche per facilitare la rendicontazione, occorre vincolare il contributo a precise finalità espressamente indicate in causale.


Ove esse consistano nell'innovazione tecnologica, l'edilizia scolastica e l'ampliamento dell'offerta formativa bisognerà informare le famiglie, non solo della volontarietà del versamento, ma anche della possibilità di detrazione. 



Giacché il programma deve essere coerente al POF, a tanto dovrà accompagnarsi anche una condivisione in merito al "come" vengono spese le risorse, in particolare nella fase di elaborazione dell’offerta formativa, destinando il contributo a finalità concertate.

martedì 18 febbraio 2014

Anche questo triennio (2012 - 2014) è passato senza vedere il POF speriamo nel 2015


L’avventura del programma annuale e i “criteri” del POF


Il primo importante appuntamento per i consiglieri era già previsto a dicembre con l’approvazione del “Programma annuale”. Il DI 44/01 dispone all’art. 2 che il Consiglio di Istituto delibera entro il 15 dicembre tale documento contabile “predisposto dal dirigente scolastico” e “proposto” dalla Giunta esecutiva, dopo aver acquisito il parere di regolarità dei revisori, entro il 31 ottobre. Nella relazione introduttiva il dirigente illustra “gli obiettivi da realizzare e la destinazione delle risorse” in coerenza con il Piano dell’Offerta Formativa. 


Quest’ultimo esemplifica per molti aspetti la difficile interazione tra le componenti della scuola. Infatti a norma dell’art. 3 del DPR 275/99 il POF costituisce il documento che ogni scuola idealmente "predispone con la partecipazione di tutte le sue componenti” in quanto è adottato dal consiglio di circolo o di istituto dopo essere stato “elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi generali per le attività della scuola e delle scelte generali di gestione e di amministrazione definiti dal consiglio di circolo o di istituto, tenuto conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni” di genitori e studenti. Dunque virtualmente tutta la comunità scolastica partecipa alla  sua redazione. 


Ma se il POF deve essere consegnato agli alunni e alle famiglie “all'atto dell'iscrizione” questo significa che a gennaio (o poco oltre, considerati i recenti differimenti) la scuola deve aver già elaborato la sua “offerta” per il prossimo anno. In realtà con l’approvazione del programma annuale le “scelte” sono già state fatte e il POF è di fatto ormai definito, tanto che per ogni progetto inserito nel programma deve essere allegata una scheda illustrativa finanziaria. 


Pertanto il Consiglio semplicemente non può che ratificare. 

È prima di allora quindi che vanno acquisiti i pareri e le proposte degli “organismi” di genitori e studenti, tra i quali riveste sicuramente importanza fondamentale il comitato. I genitori nei vari ruoli di rappresentanza dovranno perciò “cogliere l’attimo” per portare in consiglio una propria proposta, un progetto da condividere. 


Affinché pareri e idee possano essere acquisiti prima dell’elaborazione del POF occorre quindi non solo potenziare le interrelazioni tra organi collegiali e organismi di partecipazione, ma altresì identificare altre sedi di discussione e confronto quali in particolare le commissioni miste. Esse non costituiscono un atto di invadenza in prerogative notoriamente riservate alla componente docente, ma un’opportunità per monitorare i bisogni, presupposto indefettibile di ogni ipotesi progettuale, ed elaborare un’iniziativa condivisa in relazione ad essi. Ma il tempo in realtà non è ancora “spirato” giacché i ritardi nelle assegnazioni delle dotazioni delle scuole rende sempre più difficile rispettare le previste scadenze. 


Infatti l’art. 8 del regolamento di contabilità indica un ulteriore termine, perentorio, di approvazione del programma annuale “entro 45 giorni dall’inizio dell’esercizio”. Dunque è il 14 febbraio il limite inderogabile. Infatti la predisposizione di questo documento deve essere successiva alla comunicazione da parte dell’USR di una “dotazione certa di risorse finanziarie” che dovrebbe teoricamente pervenire tempestivamente in base alle indicazioni ministeriali. 

venerdì 14 febbraio 2014

Open Day


Guardate un pò, non lontano da noi una realtà totalmente diversa, il 4° Crcolo di Giugliano in Campania (VArcaturo) addirittura organizza un Open Day per pubblicizzare la loro Offerta Formativa...

...e noi stiamo lontani anni luce

Locandina Open Day

Verbale del Consiglio n.5 del 14/02/2014


venerdì 7 febbraio 2014

P.O.F.


Che cos'è

Il Piano dell'offerta formativa è la carta d'identità della scuola: in esso vengono illustrate le linee distintive dell'istituto, l'ispirazione culturale-pedagogica che lo muove, la progettazione curricolare, extracurricolare, didattica ed organizzativa delle sue attività.

L'autonomia delle scuole si esprime nel POF attraverso la descrizione:
delle discipline e delle attività liberamente scelte della quota di curricolo loro riservata
delle possibilità di opzione offerte agli studenti e alle famiglie
delle discipline e attività aggiuntive nella quota facoltativa del curricolo
delle azioni di continuità, orientamento, sostegno e recupero corrispondenti alle esigenze degli alunni concretamente rilevate
dell'articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività
dell'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi
delle modalità e dei criteri per la valutazione degli alunni e per il riconoscimento dei crediti
dell'organizzazione adottata per la realizzazione degli obiettivi generali e specifici dell'azione didattica
dei progetti di ricerca e sperimentazione.

   ... mai visto!

  

sabato 1 febbraio 2014

spazio dedicato a tutti

Scrivete ciò che volete...
Secondo voi cosa ha bisogno la scuola? Cosa volete che venga fatto? cosa non funziona?
vi ricordo che potete scrivere anche in maniera anonima